Avremo (o forse è il caso di dire “avremmo potuto avere”) un torneo A.T.P. nella nostra regione! Il solo pronunciarle queste tre letterine mi provoca un’emozione e un imbarazzo che difficilmente riuscirò a descrivere con poche righe. Un torneo sotto l’egida del massimo organismo internazionale non l’avrebbe sognato neppure il più inguaribile degli utopisti, specie in una situazione di dissesto come quella che viviamo da anni; io stesso, vi confesso, ho stentato a crederci quando ho saputo che nel calendario A.T.P. sarebbe comparsa la scritta A.T. Termoli a fianco alla data. La lieta novella m’è schizzata in faccia nel bel mezzo di una delle mie scorribande notturne su qualche pagina facebook. Credo che la paternità di questo evento sia da attribuire (o se continuiamo a parlare al passato meglio dire “sarebbe stata da attribuire”) più alla nostra Delegazione che all’inossidabile Guido Paradisi. Era, un cruccio dei nostri proprietari, infatti, fare il botto in estate con un torneo che addirittura sconvolgesse qualsiasi tipo di programmazione e non ci si era fermati ad un montepremi di basso o medio livello ma si arrivava addirittura ad un challenger laddove fino ad ora c’era stato un Open e poco più.
Lì per lì mi ha rallegrato non poco apprendere che il nostro Molise sarebbe stato teatro di un torneo di tale caratura per due ordini di motivi: in primis credo che il circolo adriatico meriti dopo quasi quaranta anni una manifestazione di livello marziano come questa, specie ora che s’è rifatto il “trucco” (a cavallo degli Anni ’80 erano state organizzate un paio di manifestazioni riservate ai giocatori di serie B poi il nulla fino agli Open delle ultime stagioni). La settimana sfarzosa, inoltre, m’avrebbe riportato alla mente, i periodi degli Internazionali di Campobasso a me tanto cari. Non erano competizioni, le nostre, da pizze e fichi ma tutt’altra storia ovviamente rispetto ad un 75.000! A Termoli c’è un sindaco piuttosto attivo ed anche appassionato di tennis, il che è una fortuna immensa per una collettività. Dalle frammentarie notizie che ricevo, si è spinto tantissimo per cercare di realizzare un sogno e anche questo, direi, è motivo di orgoglio per noi appassionati.
Un paio di considerazioni tuttavia, dopo il tribolare iniziale, hanno annebbiato il mio entusiasmo: m’avrebbe deluso sapere che un gruppo di amici, acquistata una Ferrari 488, l’avrebbero poi dovuta far guidare ad altri. M’avrebbe rattristato, cioè, vedere un’organizzazione esterna come il MEF doversi occupare del futile ed anche del necessario perché forse il bello di una festa è organizzarla e non farsela organizzare! L’evento, inoltre, per quanto prestigioso mi induce (o m’avrebbe indotto) a confermare quanto già espresso in più di una circostanza: siamo oramai destinati ad essere la regione con il più alto alto tasso di contraddizioni, quella in cui ospitiamo campioni o ex-campioni in contesti dove però non ci sono più giocatori da un trentennio; quella in cui festeggiamo in grande stile e con passerelle d’eccezione senza sapere bene cosa festeggiamo e spesso senza neppure averli (i festeggiati); quella in cui portiamo in un club fasi finali di campionati italiani e tornei di macroarea con tanto di feste e carillon annessi e poi chiudiamo quello stesso club per trenta giorni diventando la barzelletta dell’Italia intera…Quella in cui avremo (o avremmo avuto) il 103 e il 92 del mondo ma dove facciamo una fatica della Madonna per tirare fuori un 4-3 e organizzare due tornei di quarta…
Vi chiedo legittimamente: al posto delle cattedrali nel deserto (meglio dire basiliche se non addirittura templi) che sono utilizzati come ricoveri momentanei per cardinali e prelati d’alto bordo, non sarebbe meglio costruire tante chiesette forse più adatte ad accogliere un buon numero di fedeli, soprattutto per l’arco dell’intero anno e meglio contestualizzate in un disastro come il nostro?
Sbaglia quindi (stavolta) il mio amico Ferdinando Manna il quale sostiene sia un fallimento non mantenere la parola e vedere infranto il sogno. Il fallimento secondo me è organizzare una manifestazione di questo livello con il deserto intorno o se volete affittare una Ferrari 488, sentirsi milionario per una notte e tornare poi subito mendicante a vita…
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