Difficilissimo raccontarvi il calvario di questo progetto, ancor di più comporre questo post: la vena eversiva del sito, infatti, mi impone di continuare a contestare un sistema marcio e merdoso che per quanto mi riguarda ha contribuito a rendere opaco anche un format (quello di racchette di classe) che in altre regioni è celebrato come il più bello dei party. Nel contempo, però, ho promesso – a cavallo dell’anno nuovo – di contenere le polemiche e di fare cinque passi indietro appena i nostri padroni ne avessero fatto mezzo. Il sito è in momentanea tregua con chi è capo di questa Delegazione e nei giorni scorsi ho disquisito a sufficienza con i nostri padroni sul grigiore che ha avvolto questo progetto ottenendo persino qualche giudizio favorevole su quanto espresso; pertanto capite bene che il 70% delle porcherie stavolta non posso proprio raccontarvele. Chiariamolo subito: il protocollo di “racchette di classe” partorisce, secondo me, già malissimo a Roma dove in teoria i Signori incravattati dello Stadio Olimpico contano, con una manovra che ha poco di sport e molto di politica, fare tesserati a iosa ovvero emettere tessere FIT a tutti i bimbi del mondo (!) nell’illusoria prospettiva di vederli poi crescere nei nostri circoli! In realtà l’operazione è atta solo a gettare fumo negli occhi e a far credere che la Federtennis abbia migliaia e migliaia di piccoli giocatori quando solo una pochissima percentuale di questi calcheranno i campi da tennis. Poi, sempre per collusioni politiche ecco che al tennis si aggiunge il badminton e il tennis tavolo per un mix improduttivo, confusionario e quasi grottesco! Se proprio fossimo dei perfetti idioti o se proprio volessimo far finta di non capire gli intenti di Binaghi, potremmo chiudere un occhio (su tutto questo) e guardare il bicchiere mezzo pieno: potremmo cioè fregarcene di queste considerazioni che ho appena fatto e concentrarci su quanto di buono potrebbe venir fuori da questo allegro casino. In fondo è previsto che 5 euro a bambino vadano al Maestro che porta avanti il progetto (sono bei soldi se considerate che le classi da coinvolgere sarebbero terze, quarte e quinte) oltre a ciò, la FIT riconosce altri benefit al club che adotta la scuola. Arrivano ai circoli racchettine, reti e palline per un totale di circa 700 euro. Insomma, fatto coi dovuti crismi e senza allontanarsi troppo dai propri circoli (come faccio io) il progettino regalerebbe ai Maestri anche un mezzo stipendiuccio (dico “mezzo” perché dovete sapere che in questa regione i maestri, lavorando malissimo, guadagnano quasi come i cardiologi). In più, va detto, che se l’ingresso nelle scuole fosse supportato da passione e spirito di abnegazione, qualche ragazzino potrebbe anche pensare di venire a giocare a tennis nel pomeriggio…
Vi ho parlato di come partorisce questo progetto a Roma ed eccoci ora in Molise…La promessa devo mantenerla: non posso raccontarvi che un misero 30% del nostro accattonaggio. Due delle cinque scuole coinvolte le ho cooptate io (con la Pol. San Martino) sperando di rivedere qualcuno di questi piccoli giocatori a Termoli e sui campi di San Martino. Una è la scuola di Ururi e l’altra è di Campobasso. Poi ci sarebbe la scuola del rione Difesa Grande di Termoli che è in via di approvazione. Si poteva fare molto di più, ma i miei splendidi colleghi non hanno tempo per dedicarsi a questa robetta (è chiaro che se uno guadagna 3000 euro con uno schiocco di dita, aspettando comodamente i bimbi che vengano al club senza andarseli a cercare e campando di rendita, perché mai dovrebbe andare a rompersi i coglioni in una scuola primaria?). Le autocensure mi impediscono per ora di raccontarvi altre porcherie, come per esempio quella relativa al badminton che nelle mie scuole non è mai arrivato (provvederò in mattinata a chieder lumi a questa Federazione e a denunciare in via precauzionale il malfatto) ma che fatica non potervi dire altro! Sabato, intanto, abbiamo celebrato in grande stile la fine di questo progetto. Abbiamo ospitato le cinque rappresentative sui campi di San Martino in Pensilis e lo scenario è stato pure suggestivo (resta inteso che al di là del fatto di aver creato un evento nel mio paese, la manifestazione non mi è affatto piaciuta…ma alla fine, riflettendoci meglio, è stata senz’altro fotografia eloquente dello schifo che siamo e dello schifo che abbiamo).
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