La carrellata di tennis lunga quindici giorni, è finita: nel titolo ho messo i nomi dei vincitori perchè leggere e scrivere uno dei due cognomi è missione impossibile; l’ho letto male anche nel corso della premiazione e questa dolce fanciulla scura-scura s’è infastidita…
Diciamolo subito, non sono state due finali da togliere il fiato: Emanuela India Alba, che proprio dopo le fatiche campobassane migliorerà a 2-6 la propria classifica (era 2-8) è arrivata all’ultimo atto piuttosto appagata, almeno questa è stata la mia impressione. Avrà pure pagato un affaticamento al braccio patito dalla semi o forse, chissà, il peso psicologico di averci già perso (con la vincitrice) appena qualche mese fa, sta di fatto che contro la siciliana dalle origini Tamil (e non cingalesi come ha ben chiarito) il match non è mai stato in discussione. Thavarajasingam (ecco ce l’ho fatto a scriverlo ma spero sia l’ultima volta) mi ha rivelato che Campobasso rappresenterà lo spartiacque fra il tennis che ormai per lei è già passato remoto…e il futuro che da domani sarà caratterizzato da avventure in campo internazionale.
Nela finale maschile ci siamo accontentati delle bordate da urlo dei due contendenti (a me, poi, ha colpito più che altro la fisicità del vincitore) ma la partita anche in questo caso non ha regalato emozioni perchè questo Giuseppe Tresca da Barletta ha fatto vedere un tennis spaziale di fronte al quale il beneventano Gabriele Noce è sembrato davvero piccolo piccolo. Noce è 897 del mondo, l’altro 1900 ma vi garantisco che in campo questa differenza non s’è vista affatto.
Insomma il principio della compensazione s’è voluto proporre in tutta la sua bruttezza proprio nell’ultima giornata di gare. Parlo di principio della compensazione perchè per il resto è andato tutto bene: persino il tempo è stato dalla nostra. Avere quindici giorni consecutivi di sole a Campobasso (e per giunta a settembre) non potevo neanche immaginarlo. Che dire poi della Triade? Ha fatto nuovamente centro malgrado il cambio di data (spostare la kermesse di venti giorni poteva essere un rischio). Il quarto Open con tanto di numeri da sballo è stato un successo! Giocatori semi-professionisti, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno confermato la loro presenza senza troppo pensarci, significa che il giocattolino non soltanto funziona a dovere ma è ora diventato un valido punto di riferimento nella loro programmazione. Non smetterò mai di ringraziare personalmente Pippo Morrone, Gianluca De Lucrezia che veste ormai con disinvoltura i panni da team manager e che ha portato a Campobasso qualcosa come trentacinque atleti di “seconda” oltre a una dozzina di giocatrici high level. Il terzo regista di questo film da oscar è Stefano Lombardi che in eleganza non ha eguali ma che pretendo arbitri da solo…
Cronaca. Centoventiquattro partite giocate e ben centodiciassette giocatori effettivi (nel computo dei partecipanti non ho incluso gli occasionali, i tennisti della domenica e i giocatori che a Campobasso non sono mai arrivati). Il torneo è stato comunque da record. Tra i non classificati si è distinto il nostro Marco Chiuchiolo che ha fatto benissimo nel primo tabellone e ancor meglio nel secondo. Sui bassi fondi della “quarta”, una sola la sorpresa: Marco Carpinone. Mi ha lasciato indifferente, invece, l’ascesa di Gianserra. E’ chiaro che non gioca tornei in Italia e questo gli consente di “nascondersi” dietro mentite spoglie. Quel 4-4 non gli appartiene affatto. Nicola Tullo e Massimo Tondi che avevano perso rispettivamente con Simone Di Pardo e Daniele Barletta nei recenti campionati regionali, hanno pareggiato i conti dopo che il destino ha voluto riproporre le stesse identiche partite.
Nel tabellone di “terza”, i forestieri erano sette ma alla fine della corsa ci sono arrivati i nostri: Mastrangelo, De Rosa, Aufiero e Berzo hanno colto i pass per andare a sfidare i top-players ma sono andati tutti fuori sul più bello… tranne lui. Il nostro talentino (Aufiero) è stato capace di liquidare ben quattro avversari di categoria superiore (Davide Festa, Christian Carassai, Stefano Platania e Gianluca Centi Pizzutilli) prima di cedere il passo a Giovanni Rizzuti (2-3 e 1613 ATP) che aveva oggettivamente un’altra marcia…
In questo tabellone aspettavamo Gianluca Di Nicola e Juan Ignacio Iliev e invece, come ho raccontato, il titolo finale se lo è preso Giuseppe Tresca autentica sorpresa (ma dal gioco espresso, neanche tanto!). Capitolo donne: tre pezzettini del mosaico erano di marca molisana: Federica Papa ha perso al primo turno del tabellone finale. Avevo erroneamente indicato Giulia Vetta, termolese che si allena in Puglia, come vincitrice del derby sulla siciliana Beatrice Guccione (che si allena in Molise). Non è andata così. Il match, infatti, è stato per così dire di marca rossoblù: Beatrice ha vinto 75 64 ma è stata poi sconfitta da una 2-7 (Matilde Moretti). Per l’atto finale vale pressappoco la stessa considerazione che ho fatto per i maschietti: aspettavamo l’Artimedi e la Vallone (rispettivamente testa di serie numero uno e due del seeding) e abbiamo trovato due outsider di tutto rispetto (non ci è andata male male).
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