Chi legge i miei scritti avrà senz’altro notato che le parole “Delegazione” e “Delegato” non hanno mai trovato spazio. Il fermento che, però, ruota intorno alla prossima nomina induce a qualche riflessione. Non rappresenta che una magra consolazione, per me, sapere che, dopo circa dodici anni di battaglie contro il Sistema, sono riuscito a far interessare qualcuno alla questione. Ce l’ho fatta a scuotere le coscienze di qualche appassionato di tennis sull’argomento, sebbene siamo ormai oltre il tempo massimo: in ogni angolo del Molise la confusione e il disfacimento regnano sovrane.
Al di là delle parole, parlano i numeri: cinque scuole tennis effettive e sei circoli. In questo scenario, un rinnovato entusiasmo, unitamente a qualche nome nuovo che potrebbe venir fuori dalle prossime “consultazioni” non possono che rallegrarmi, ma stento a credere che una ventata di cambiamento possa riuscire a rimettere a posto il nostro tennis, ora ridotto a brandelli. Vorrei potermi ricredere, questo sì.
Salto altre numerose parentesi temporali per limitarmi a ricordare che dal 2007 a oggi abbiamo scartato ben tre “pacchi regalo” senza aver mai avuto la possibilità di discuterne il contenuto. I crismi con cui i nostri due Delegati sono stati “scelti” da quell’anno in avanti, e per ben tre mandati, sono stati ad appannaggio di pochi, e non di tutti: un manipolo di uomini dislocati tra Roma e Pescara ha scelto per noi, senza lasciarci la possibilità di progettare un futuro migliore e neppure di sognarlo. Lo stile e le scelte autarchiche della F.I.T. ci hanno messo in condizione di scartare i tre pacchi e di accettare, di buon grado, ciò che c’era dentro, quando sarebbe stato lecito pretendere almeno un confronto prima di propinarci i nomi. Su questi nomi, vale la pena sempre ribadirlo, non ho mai battuto ciglia: le mille discussioni che ho alimentato sono nate per il clima di pesante intimidazione messo in atto nei miei confronti, non di certo per contestare le due persone scelte da Binaghi, Sodano e Ginestra.
Ai due Delegati vanno, anzi, i miei personali ringraziamenti per quanto operato ed è altro mio preciso obbligo ricordare che non ho astio alcuno né per l’uno né per l’altro. Ė il sistema che mi ripugna. Sapere che una mente più o meno pensante di Roma, piuttosto che di Pescara, arrivi a convincersi che non abbiamo facoltà di scegliere, che non abbiamo facoltà mentali per pensare e per ipotizzare soluzioni e che tutto debba esserci imposto, è qualcosa che mi annulla. Due cose mi gettano, al momento, nello sconforto: il prendere atto che l’immobilità ha condizionato ciò che avremmo dovuto (e potuto) pretendere, prima e dopo le tre nomine, e la copertura ipocrita delle contestazioni, fatte sì, ma alle spalle. C’è una sola strada per rovesciare questi paradigmi: chiedere maggiore trasparenza e manifestare apertamente il proprio malcontento al diretto interessato (al Delegato stesso o a chi lo ha nominato). Finire per accettare pedissequamente la situazione di totale sottomissione e, ancor peggio, vendersi per uno scatolo di palle, per qualche chilo di pasta e per qualche contributo è più aberrante dell’arroganza istituzionale perpetrataci dalla FIT…
Ė questo il motivo per cui, alla luce dei fatti più volte denunciati, ho più o meno gettato la spugna: quand’anche un barlume di democrazia dovesse riabbracciare il Molise nei mesi a venire, la paura che attanaglia alcuni appassionati molisani e il protrarsi di atteggiamenti contraddittori e pusillanimi tenderanno a farci volare bassi. In ogni caso, comunque, non sarà facile rimettere a posto una situazione che è ormai completamente deflagrata, letteralmente esplosa. Tante le sfide per chi ci rappresenterà. Dal mio canto, vorrei davvero che il futuro non fosse più il tempo del pessimismo. Vorrei potermi trovare nella condizione di pensare che non è mai troppo tardi per costruire, ricostruire, una identità tennistica regionale più consapevole, e quindi più forte…
Gli ultimi scampoli di dignità mi impongono, a questo punto, di promuovere delle linee guida sul prossimo Delegato della regione Molise. Chiedo a noi tutti di pretendere, anzitutto, il certificato penale: che il prossimo Delegato abbia una certa pulizia nel proprio casellario giudiziario dovrebbe essere conditio sine qua non per rivestire questa carica. Odierei avere un Delegato che ha operato concussioni, voti di scambio, usura e truffe. Indaghiamo sul passato della persona che verrà proposta e se dietro di lui c’è qualcosa di nebuloso, bocciamolo senza appelli. Men che meno vorrei che a rivestire questo ruolo fosse una persona che nel suo trascorso di giocatore, appassionato e socio frequentatore di club abbia creato scompiglio e destabilizzato ambienti sereni. Vorrei, insomma, fosse una persona intellettualmente onesta, sincera, rispettata e sempre super partes…
Nella consapevolezza, dunque, che non possiamo permetterci di rimanere succubi o inerti di fronte allo status quo, rendiamoci parte attiva di un cambiamento di rotta. I fatti ci dicono che non possiamo farlo, ma ricordiamoci che siamo noi a dover fissare l’asticella delle nostre aspettative e, al tempo stesso, delle nostre responsabilità.
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