SI (RI)GIOCA AL FONTANAVECCHIA

Con il nuovo urlo di battaglia “Le cose stanno cambiando” ecco il 1° torneo invernale del redivivo Fontavecchia. Personalmente stento a credere che dopo oltre dieci anni di oblìo qualcosa possa davvero cambiare ma un evento piazzato proprio in avvio è come il gol della mia Inter che arriva dopo appena un giro di lancette dal fischio d’inizio. Apro e chiudo una parentesi sulla bella festa di domenica sintetizzando al massimo onde evitare di non rispettare la promessa fatta ad inizio anno (quella ovvero di mettere come voi la testa nella sabbia – come gli struzzi – e/o di nascondere la polvere sotto il tappeto). Vi siete resi conti a che razza di festa avete partecipato? Vi siete resi conto di come possano cambiare le opinioni per un pezzo di stagno dal valore di 12-15 euro al massimo? Per una targa ricordo e cinque minuti di gloria, vi siete persino sorbiti l’intervento di Niro! Ma cosa cazzo c’entra la politica con lo sport? Se avessi un figlio campione regionale, mi guarderei bene dal farlo premiare in un contesto simile…Ringrazio pubblicamente Paolo Sinibaldi che ha dedicato all’evento due videoclip da non più di trenta secondi ciascuno. L’indecenza, stavolta, abbiamo saputo relegarla in un mini-sputtanamento che per nostra fortuna rimarrà solo sulla pagina facebook FIT ABRUZZO. Spero solo che non vada in onda uno speciale…per il resto mi spiace aver perso il mio (ex) compagno di merende Stefano Fasciano: lo avevo ritrovato dopo anni e mi aveva di forza riportato su un campo da tennis. Non gioco non ceno e non pranzo con chi è dall’altra parte della barricata..

Ritorniamo al Fontavecchia che è meglio: il grazioso circoletto del rione S.Antonio è ritornato prepotentemente alla ribalta grazie ad un gruppetto di appassionati locali. Non è la prima volta che sul nostro palcoscenico – ad intervalli più o meno regolari – staff vecchi e nuovi di quella zona provino a far rivestire i panni di protagonista a quello stesso tennis che batteva forte a metà anni ’80. Tre, forse quattro edizioni di un “serie C” furono organizzati sullo storico campetto di Nicola Ferro e friends. Ricordo anche montepremi di tutto rispetto che attirarono tanti giocatori provenienti da fuori regione. Qualcuno si accomodava con la seggiola sul tetto storico della casetta in pietra; qualcun altro, per non perdersi le giocate di Puchetti e company andava ad arrampicarsi sui grossi massi del costone. E’ un club insomma dove il cuore batte ancora forte e dove la pallina va veloce…Se fossimo in un’altra Regione, a chi non ha la battuta poderosa e a chi non sa rispondere, darei quest’unico consiglio: “stetev a la cas’”. Siccome, invece, siamo in Molise, vi invito a prendere parte alla kermesse (i “terza” forse fanno ancora in tempo).

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