Sfogliando le pagine dei giornali, può capitarci di storcere il naso dinanzi a notizie che ci lasciano letteralmente interdetti. Abbiamo adesso un “delegato cittadino”. È quanto apprendo da un articolo letto in rete. Il mio amico Stefano Fasciano sarebbe (il condizionale è d’obbligo) stato insignito di questo importante titolo eppure, a riguardo, nessuna comunicazione ufficiale è arrivata da Pescara (e/o da Roma). Neppure è concesso sapere se le chiavi dell’ufficio di viale Manzoni sono tornate in nostro possesso. Il mio compagno di merende ha (ri)preso in qualche modo a occuparsi di tennis regionale: in più di un’occasione è stato avvistato a bordo campo nei nostri club e la cosa mi rallegra, non poco. Bisognerebbe però capire in che vesti lo stia facendo: se abbia cioè facoltà di riavviare qualche contatto con i pochi dirigenti di club per ricoinvolgerli in qualche nuova avventura e se possa riprendere la via del comitato per riaprirlo e renderlo funzionale…Provo con affanno a capire se i Dirigenti FIT del comitato abruzzese continuino a prendere tempo con la scusa della pandemia o se invece ci sia davvero qualche intenzione, da parte loro, di tracciare il solco laddove ormai c’è il deserto più assoluto. La teoria che mi convince sempre più è che dopo gli errori compiuti in occasione delle tre nomine, Luciano Ginestra, o chi per lui, non voglia più sbagliare nell’individuare persone “di fiducia” da collocare come Delegati delle nostre due province, malgrado sia maggiormente accreditabile l’idea che non si sappia più che pesci prendere (lui stesso tempo fa, riferendosi alla scelta dei Delegati, parlò di vera e proprio “pesca nel mazzo”). Da un lato lo comprendo: individuare persone corrette e volenterose in regione è come trovare un ago in un pagliaio; ecco perché, alla fine dei conti, a margine dei dodici anni di dappocaggine, dobbiamo persino ritenerci fortunati per non avere come nostri dirigenti uno dei tre o quattro delinquenti del tennis molisano. Provo per un attimo ad essere fiducioso: Stefano è corretto e leale (d’altro canto se non lo fosse, non sarebbe mai amico mio: chi mi conosce, sa benissimo che i ladri e gli usurai non rientrano tra le mie amicizie. A loro è tolto anche il saluto e cambio marciapiede quando li incontro). Il carattere è quello che è, ma può far bene e riportare entusiasmo in regione perché la passione per il tennis è ancora intatta. È tra l’altro ben visto, più o meno, in ogni angolo del Molise e potremmo aiutarlo in tanti: l’inesauribile Manna, a dispetto dell’età non più freschissima, gli darebbe una mano a Bojano e, risultando simpatico a tutti i Maestri, troverebbe il supporto del comparto tecnico. Nulla da dire neppure sui buoni rapporti che ha con i due club della regione (Campobasso e Termoli), il che gli garantirebbe spazio d’azione vitale praticamente ovunque. I problemi semmai li incontrerebbe nel deserto di cui vi parlavo: nell’articolo al quale facevo cenno in apertura veniva messo a fuoco il successo di presenze alla prima tappa del FITjp. Confermo i numeri, non il successo: le iniziative di carattere promozionale, come pure le maggiori manifestazioni giovanili, sono adesso sostanzialmente degli anonimi eventi a cui partecipano i soli tesserati dell’A.T. Campobasso con sparute rappresentanze da Bojano, mentre non vi faccio la solita conta desolante dei club e delle scuole attive in regione perché altrimenti trasmetterei al mio povero amico Stefano scoramento già in partenza…Intanto che soffia il vento del nuovo anno, vorrei davvero solo riuscire a tenermi stretto questi recenti frammenti di speranza e non vederli, in un domani, volare via.
18 Dicembre 2021 456 0 0
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