Ho cercato di rincuorare su whatsApp l’ottimo Fabio Mancini a margine dell’ultimo turno di serie C: “da tennista vecchio stampo” mi confessa “è un po’ frustrante vedere ragazzi di 25 anni che ti prendono a pallate”. Fabio è una delle persone più belle e pulite che ho incontrato nel mio lungo pellegrinaggio in basso Molise (è stato pure tesserato per il mio club, quello di San Martino, per ben due annate). L’atleta giallo-rosso si lascia andare a delle considerazioni dopo il pesantissimo K.O. raccattato contro il fortissimo C.T. Pescara, l’ultimo in ordine di tempo dopo quelli subiti da Roseto, Prati (PE) e Tagliacozzo. Gli ricordo allora che la retrocessione in D-1 è giunta senza spada ferire perché s’è deciso di non fare inutili investimenti (scelta secondo me sacrosanta) e che è partorita a seguito di un ripescaggio, chissà fino a quanto voluto. In ogni caso l’intero team ha giocato con onore e per questo ogni recriminazione lascia il tempo che trova. Alla fine si svincola con una battuta che rappresenta l’emblema del suo modo di intendere lo sport che è un po’ anche il mio: “diciamo la verità, non era forse posto per noi questo raggruppamento, o quanto meno non era posto per me che a 44 anni suonati, sono vicino ai 100 chili!”
Al netto di questa signorilità (che è la stessa di Antonio Vecchio, altro personaggio fantastico) il Termoli ha finito la sua corsa con una retrocessione che, come avrete capito, è tutt’altro che amara. Come avevo già annunciato, bisognava vincere nell’ultimo turno domenicale e sperare anche in qualche risultato proveniente da campi vicini. Nemmeno a farla apposta, però, nell’ultima domenica di gare, la formazione termolese si è ritrovata proprio di fronte allo squadrone che è accreditato dei favori dei pronostici per la vittoria finale (non solo del girone). Col Pescara – ma più che altro, direi, con ben quattro semiprofessionisti – non si poteva certo pensare di realizzare il miracolo.
La scia di sconfitte, dunque, ha lasciato buone indicazioni: abbiamo ritrovato Luca Scrascia e due gran signori del tennis basso molisano (Vecchio e Mancini per l’appunto). Inutile sottolineare le belle giocate di Mastrangelo, Mascilongo e Mastrogiuseppe: tutti e tre hanno ancora da dire tanto al tennis di quella zona.
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