Di solito, ad eventi conclusi, elimino più o meno frettolosamente i relativi approfondimenti nell’area che vedete qui di fianco. Un post, invece, è rimasto in quell’area a distanza siderale rispetto a quando è stato composto. Nelle righe, presentavo le finali “ad otto” (under 12 femminile) che da lì a qualche giorno si sarebbero disputate sui campi dell’A.T. Campobasso. La manifestazione è andata in scena ormai più di trenta giorni orsono e non avendone parlato minimamente a margine di quel week-end, mi ero riservato di farlo appena possibile. Eccomi perciò adesso a commentare il tricolore che Pippo Morrone ha “cucito” sulle tute delle bimbette under 12 di Lucca (in passato avevamo cinto la testa degli under 14 e se non ricordo male anche quella degli under 16). Devo subito raccontarvi, a onor di cronaca, che anche stavolta l’entourage del club rossoblù di Villa De Capoa s’è mostrato all’altezza della situazione. Tutto è andato benone e durante i tre giorni di gare persino il sole è stato dalla nostra parte. Ovviamente abbiamo fatto fare un figurone a mamma F.I.T. che si ricorda di noi e ci onora con tanto clamore quando si tratta di darci una “final four” o una “final eight”, un po’ meno quando si tratta di risolvere questioni, diciamo così, meno leggere. L’idea che mi sono fatto su queste manifestazioni che la Federtennis “assegna” al Molise (e che personalmente considero alla stregua di briciole che si gettano a un cane) la conoscete benissimo. Sono oboli, beneficenze e nulla più: miserie che però vengono confezionate talmente bene da sembrare pacchi regalo da scartare e in virtù dei quali dobbiamo persino ringraziare! Non mi allungo neppure sulla vecchia storia dell’indotto: intorno a questo evento non c’è nessun cazzo di indotto, neppure in termini di pubblicità (almeno non per noi…); a San Martino, a bordo campo del mio miserabile torneuccio limitato ai 3-3, ho avuto – tanto per dirvene una – più appassionati di quelli visti in Villa De Capoa. Qualcuno, infatti, mi spieghi bene perché la gente dovrebbe stiparsi all’inverosimile per vedere bimbe di undici anni che giocano a tennis un pochino meglio di Lara e Ludovica! Al di là, insomma, di qualche contributo al club (ammesso che arrivi) c’è davvero pochissimo altro…Vi stupirò stavolta persino per la poca attenzione che riservo alla consueta distorsione della realtà che mi deprimeva tantissimo fino all’anno scorso e che mi provoca adesso solo qualche risata. A poco meno di una giornata dal via, ecco un giornalista affascinato da quanto di buono – a suo dire – si costruisce in regione. Si spinge con toni elogiativi da libro cuore, dice costui testuale: “la conferma di un lavoro di organizzazione superlativo della Delegazione Molisana…” (uno stralcio dell’articolo ve l’ho messo quassù). Il periodo di reciproca non belligeranza e l’intenzione di limitare al massimo le polemiche mi impongono un dignitoso e corretto silenzio ma sarei bugiardo e ipocrita se vi dicessi che queste affermazioni non m’hanno colpito neppure di striscio. Si può essere d’accordo (o meno d’accordo) sul fatto che la Delegazione operi bene, perché siamo in democrazia (sebbene su quest’ultimo concetto nutra parecchi dubbi). Quello che però appare ai miei occhi inquietante è come possa utilizzare toni celebrativi e così faziosamente entusiastici un giornalista che non conosce affatto la situazione generale del tennis molisano e mi chiedo, di conseguenza, quali siano i motivi che lo inducono ad esprimere sintesi che alla fine della fiera risultano pregiudizievoli assai su una corretta ricerca della verità.
CRONACA. Ho seguito poco, male e come vedete con ritardo, questo evento. Dovrei farvi nomi e cognomi di bimbette che giocano un poco meglio delle nostre? Dovrei raccontarvi del 6-3 6-4 rifilato dalla piccola giocatrice del T.C. Scaligero su quella di Palermo? Non ci penso nemmeno! Il C.T. Lucca ha vinto ma la considerazione che mi partorisce spontanea è che Simona Struzzolino e Giulia Vetta (quand’erano under 12) erano cento volte meglio di quelle che ho visto giocare a settembre sui nostri campi; perciò godiamoci altri tipi di eventi (come ad esempio quello di Termoli e quello di Campobasso) ed evitiamo di esaltarci per manifestazioni che secondo me danno meno soddisfazione del mio torneuccio di San Martino in Pensilis.
CONCLUSIONE. Non venitemi più a dire che la F.I.T. ci considera sulla base di questi regali che ci fa. E’ solo un occhiolino ammiccante pari o identico a quello che ci fa una bella donna ad una festa….prima però che se ne vada a casa con un altro! Non so se questa immagine retorica renda…
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