C’è adesso un nuovo entusiasmo. Meglio parlare di nuova energia, quella di Stefano Fasciano. Il mio compagno di merenda è stato nominato Delegato Provinciale (auguri di cuore!). La “carica” non era ancora ufficiale che si è messo subito al lavoro in quel di Fontanavecchia e quindi (molto probabilmente) in favore dell’A.T. Campobasso per imbastire i prossimi campionati regionali assoluti. Oltre a tutto questo, con una comunicazione scarna più o meno come quella che ci avvisava della sua nomina, siamo stati resi edotti che a partire da questo febbraio gli uffici della Delegazione resteranno aperti ogni sabato per un paio di orette (sarà sempre lui ad avere le chiavi). Me ne rallegro: questa apertura (per cui mi sono battuto anni) ha suscitato in me un certo fervore emotivo. Due posti al mondo erano rimasti chiusi e isolati: la nostra Delegazione e Kabul. Dal 2017 il confine tra Afghanistan e Iran è tutto sommato percorribile con blindati, con armi al seguito e permessi internazionali dell’ONU; l’ingresso di Via Carducci, laddove sorgono gli uffici della F.I.T., è altrettanto percorribile (contro di me si eleva altro ancora l’ordine di “sparare a vista” ma la contropartita è suggestiva: per la prima volta in dodici anni, ho una sottospecie di amico nel posto più chiuso e pericoloso del mondo. E’ per me una piccola conquista perché in quegli uffici ho nemici dal 2007 e quegli spazi mi sono interdetti al sorvolo).
Giorni fa avevo sperato che a parte un misero sputtamento sulla pagina facebook FIT ABRUZZO gli addetti stampa di zona del canale monotematico SUPERTENNIS, avessero rinunciato a realizzare uno speciale sulla nostra meravigliosa festa del Molise. Neanche a pensarci: la vostra massiccia presenza ha in qualche modo legittimato altra pubblicità e non volendo mi sono passate davanti agli occhi alcune interviste. Senza spada ferire, vi ripropongo parola per parola quanto espresso in quella occasione dal dottor Luciano Ginestra che per tre volte consecutive (è bene sempre ricordarvelo) se ne è letteralmente sbattuto di ciò che volevamo (e che volevate) ed ha operato scelte…con lo stesso patema d’animo e lo stesso senso di responsabilità che abbiamo noi quando compriamo banane e mele al Pianeta…
Chi non ha studiato nel dettaglio la storia del tennis molisano, non troverà nulla di strano in queste parole. Io, invece, oltre a non capire tanto la parte finale del discorso (che m’è sembrata piuttosto sgrammaticata) sono rimasto ancora una volta inorridito: eccovi le sue frasi di elogio e di giubilo. Nel leggerle vi ripassino davanti agli occhi gli ottimi risultati (di cui parla) e l’ottimo tennis che abbiamo seminato in questi ultimi anni (proprio quelli a cui fa riferimento)…
“La regione è cambiata in meglio, c’è stato un grosso lavoro dietro che ha portato sicuramente dei buoni risultati; certo il territorio impone una profonda riflessione per far si che l’attività possa essere la parte prolungata per un periodo di tempo molto più lungo…”
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